Intervento del senatore Enrico Buemi, Capogruppo Psi in commissione Giustizia, in
riferimento all'articolo pubblicato da Il fatto quotidiano
del 14 maggio 2014 ('Camera di coniglio') a firma di Marco
Travaglio.
Avvelenando i
pozzi dell'opinione pubblica, è ben possibile che proprio le
sue tesi preconcette, sostenute disinvoltamente e con
livore, abbiano fornito argomenti ad un togato scaltro,
desideroso di sormontare i dubbi dei colleghi giurati con pseudo - argomenti infondati in fatto ed in
diritto. (14/5/2015)
In un duro e coraggioso intervento il
procuratore Spataro sferza vezzi e smanie di protagonismo
della categoria: "Pm più attenti a finire in prima pagina
che non all'esito dei processi". Non spetta alle toghe
moralizzare la società né riscrivere la storia.
(10/5/2015)
Aver sentito da tante e diverse parti dell'Aula risuonare i
temi e le valutazioni sollecitate nella mia relazione, dà netto
il segno di quanto le nostre idee, di socialisti libertari,
abbiano impollinato tutti gli schieramenti e siano diventate
patrimonio comune della società italiana.
Il Psi ritrova la sua funzione egemone nella proposta
riformista della sinistra
Saluto
con vivo apprezzamento il disegno di legge Modifiche all’art. 11
del Decreto Legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 in materia di
sospensione e decadenza, con cui il Psi sta ritrovando la sua
funzione egemone nella proposta riformista della sinistra.
Interrogazione parlamentare di Enrico Buemi
(3/11/2014)
ll senatore Enrico Buemi (Psi) ha
presentato in Parlamento un Disegno di Legge per l' "Istituzione di
una Commissione d'inchiesta sullo stato dell’amministrazione della
giustizia in Italia".
Giustizia: troppe violazioni, occorre
una commissione d'inchiesta
L'Italia vive da molti anni una grave crisi del sistema
giudiziario ed in particolare del concetto stesso di Stato di
diritto e di giusto processo. Con il presente disegno di legge si
propone di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sullo
stato della giustizia, al fine di individuare proposte normative e
misure di vario tipo - dalle leggi costituzionali a disposizioni di
ordine organizzativo - atte a rendere la nostra giustizia degna di
un Paese civile.
L'Italia è stata più volte oggetto di censure e di sanzioni da parte
di organizzazioni internazionali, a causa del cattivo funzionamento
della nostra giustizia. Secondo la Federazione internazionale dei
diritti dell'uomo, del resto, l'Italia è, tra le grandi democrazie
industriali, il Paese dove si registrano con maggiore frequenza e
maggiore gravità le violazioni dei diritti del cittadino e della
difesa, a causa soprattutto di una prevalenza degli aspetti
burocratici e formali nell'amministrazione della giustizia."
1/11/2013
Enrico Buemi
Vacanza lunga quel decreto non è
legittimo. Il DDL Buemi risolverebbe la querelle
A Vercelli, il procuratore capo Paolo Tamponi autorizzerà un
piano ferie che prevede 45 giorni di riposo. Fino a che non sarà
approvata una legge in Parlamento che non stabilisca un criterio
diverso. «La questione dell'interpretazione è solo uno dei punti
- spiega - c'è anche un articolo di una legge del 1926 che
stabilisce che non possono essere modificati con decreto le
norme concernenti l'ordinamento giudiziario». Quindi il provvedimento del governo non è legittimo a
prescindere dall'interpretazione?
Proprio così. Se si vuole cambiare l'ordinamento giudiziario si
deve passare attraverso il Parlamento. Un decreto non è
sufficiente. Però, in questo caso, il decreto è stato convertito in legge.
Ma il punto di partenza dell'iter lo rende automaticamente
illegittimo. E poi un disegno di legge esiste, Io ha depositato
il senatore Buemi. Se quello fosse approvato risolverebbe la
querelle. Solo in questo modo si potrebbe considerare davvero
modificato l'ordinamento giudiziario. In questo modo vi mettete anche al riparo da qualunque
possibile ricorso al Tar.
Anche questo è un punto importante. Come capi degli uffici
dobbiamo assicurare una corretta amministrazione. Abbiamo una
responsabilità in questo senso. Non possiamo esporci al rischio
che sia il Tribunale amministrativo a caducare una simile norma.
(La Repubblica, 4/5/2015)
È cominciata nell'Aula del Senato, con la relazione del
senatore PSI Enrico Buemi, la discussione generale sul disegno
di legge per la Responsabilità civile dei magistrati.
"Rivendico
dalla mia parte politica la convinzione secondo cui la
responsabilità civile dei giudici è deterrente, storicamente
individuata dall'opinione garantista del nostro Paese, per
responsabilizzare i protagonisti del sistema giustizia". Così
Buemi ha aperto la discussione generale sul provvedimento.
Riportiamo stralci dell'intervento di Buemi.
(19/11/2014)
Enrico Buemi, relatore del ddl sulla responsabilità civile dei
magistrati in Commissione giustizia a Palazzo Madama, a seguito
del pronunciamento sul ddl da parte del Csm, ha inviato una
lettera aperta a tutti i colleghi parlametari che di seguito
pubblichiamo (30/10/2014)
La
legge è uguale per tutti?
È
sconfortante che un ex presidente della Corte costituzionale
ammetta tranquillamente che per i parlamentari si debba avere
una tutela minore di quella riconosciuta a tutti gli altri
eletti a cariche politiche locali.
La natura non giurisdizionale della Giunta non è un dato
di fatto, come sostiene Cesare Mirabelli stamattina su Il
Messaggero ma la conclusione assunta a maggioranza dal Senato un
anno fa, respingendo le proposte che intendevano portare alla
Consulta il decreto Severino prima di applicarlo a Silvio
Berlusconi.
La Presidenza della Giunta non seppe portare alcun vero
argomento giuridico, a sostegno di quella forzatura, lo stesso
senatore Stefàno, che oggi si dichiara sorpreso dalla decisione
su De Magistris sostenne in Aula che l'irretroattività non aveva
senso perché, secondo l'ordinaria tempistica processuale,
"l'applicazione della norma sarebbe rinviata di almeno otto
anni, dunque al 2020 in condizioni medie, con punte anche sino
al 2027 (perlomeno per i processi più complessi)".
Sarà la Corte europea dei diritti dell'uomo che esprimerà
la parola fine sul complicato nodo giuridico che s'è
aggrovigliato intorno a quella cattiva normativa, così come
sulla sua attuazione a macchia di leopardo. Un anno fa il Molise
fu privato della possibilità di eleggere Marcello Miniscalco al
Consiglio regionale, senza che né il TAR né il Consiglio di
Stato sentissero il bisogno di portare alla Consulta la sua
richiesta di giudicare la costituzionalità di quell'esclusione
retroattiva.
In ogni caso, le proposte socialiste sono da tempo
depositate (Atti Senato nn. 878 e 1054) per fare giustizia di
questi obbrobri giuridici. La funzione di denuncia delle
disparità di trattamento, nella politica riformista, si unisce
sempre alla iniziativa politica, che costruttivamente indica la
modalità per cambiare ciò che non funziona. Quello che è certo è
che in Italia le norme si fanno male e si applicano peggio, cose
che devono essere evitate entrambe per il futuro.
Un bel
cimelio del passato. C'è per caso qualcuno che ha qualche rimpianto?
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