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Gennaro, un’altra vittima della legge Severino

Piero Sansonetti

Questa legge-Severino è un vero disastro. Sta creando solo guai. Non parliamo di quello che è successo nella politica nazionale, con la decisione che sarà formalizzata tra qualche giorno di espellere dalla vita politica uno dei suoi protagonisti maggiori ( o più precisamente il principale leader politico degli ultimi 20 anni, che ancora gode della fiducia personale di circa un elettore su cinque). Stavolta parliamo di un caso avvenuto dalle nostre parti, a Marina di Gioiosa. E' stato cacciato dal consiglio comunale il secondo degli eletti, il medico Raffaele Gennaro, di 62 anni, perché negli anni Ottanta fu condannato a quattro anni di prigione per aver favorito l'evasione di alcuni esponenti della lotta armata. Naturalmente nessuno vuole minimizzare il reato commesso nel 1981 dal giovane Gennaro. Perché effettivamente favorire le evasioni, in genere, non è una bella cosa, e soprattutto non lo era in quegli anni di vera e propria guerra civile dove una volta ogni due o tre giorni cadeva qualcuno colpito dai terroristi. Però Gennaro è stato giudicato, condannato, ed ha scontato la pena. E la pena, secondo la nostra Costituzione, ha uno scopo rieducativo; e se la pena è estinta ormai da più di due decenni, e la rieducazione è avvenuta, è assurdo che Raffaele Gennaro, che non ha ricevuto dal tribunale l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, ora sia ineleggibile. La verità è che qualunque legge che stabilisce la ineleggibilità di qualcuno è in modo palese una legge che limita la democrazia e il potere del popolo sovrano. Dal momento che al popolo viene detto: "non puoi scegliere chi vuoi tu, ma solo un certo tipo di persone". In questo caso la legge Severino aggrava le cose. Perché stabilisce che chiunque abbia subito una condanna a più di due anni è fuori dalle assemblee elettive. E' chiaro che viola la costituzione ed è altrettanto chiaro che favorisce e diffonde quella idea secondo la quale il modo migliore di amministrare una società è quello di proibire più cose possibile. Idea che alcuni definiscono proibizionista, alcuno forcaiola, e che sicuramente è reazionaria e antimoderna.

Articolo pubblicato su l'Ora della Calabria il 23 novembre 2013

(23 novembre 2013)

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