Bernie Sanders e la
rivoluzione socialista: da qui la spinta al
cambiamento
Il movimento di migliaia e migliaia di giovani
che sono stati e stanno tuttora al fianco di Sanders, potrebbe prendere piede pure in Europa
e in Italia
Potrebbe ripartire ancora dagli Usa,
come accadde nel '64 a Berkley da dove la
protesta studentesca arrivo' quattro dopo nel
'68 nel Vecchio Continente, e sempre da giovani
e studenti, la spinta al cambiamento:
oggi, a differenza del passato, nel segno
indelebile di 'Our Revolution' ('La nostra
rivoluzione') il libro del mite socialista
Bernie Sanders che ha raccolto
attorno a sè nella corsa alle Primarie migliaia
e migliaia di giovani che si apprestano a
seguirlo nella sfida titanica alla riforma della
cultura americana, quella dell'onnipotenza.
"C'è qualcosa di sbagliato", è l'incipit della
rivoluzione di Sanders, se negli Usa il diritto
all'assistenza sanitaria non riguarda tutti i
cittadini come "un diritto fondamentale" e se
l'accesso "a ogni tipo di istruzione" non è
garantito a tutti, indipendentemente dal reddito
familiare.
Basterebbero queste due incontestabili
affermazioni, fatte dall'irriducibile senatore
del Vermont a New York alla presentazione del
suo libro 'La nostra rivoluzione', cui
aggiungere la malsana idea di un irreale primato
dell'uomo bianco, per capire che negli Usa, nel
Paese più potente del mondo, sta iniziando,
probabilmente, una nuova era scandita, appunto,
in 'La nostra rivoluzione', il libro di chi ha
sfidato l'establishement neoliberista avendo al
suo fianco migliaia e migliaia di giovani oggi
"disillusi" dal voto, ma pronti a ripatire con
lui per riformare la cultura americana
dell'onnipotenza, mai intaccata finora.
Non c'è da sanare solo il malessere diffuso per
le diseguaglianze economico-sociali prodotte dal
dogma neoliberista, del 'laissez faire' il
mercato, ma c'è da lavorare per la realizzazione
di insopprimibili aspirazioni umane: il
miglioramento delle condizioni di vita, la
qualità della vita, la tutela della salute,
l'istruzione, l'ambiente, la convivenza sociale.
L'epoca neoliberista dei Blair e dei Clinton, la
cosiddetta Terza Via, che ha tutelato gli
interessi solo di una piccola minoranza, è al
tramonto, anzi è fallita, se non è finita, e
Sanders la sua via d'uscita, il suo progetto di
società alternativa all'attuale modello super
consumistico, super efficiente, super moderno
che ha cancellato le persone, lo ha prima
enunciato nella corsa alle Primarie, poi scritto
nel libro 'La nostra rivoluzione' e ora vuole
realizzarlo iniziando da quel "c'è qualcosa di
sbagliato" che c'è negli Usa, nella sua cultura
mai intaccata e messa finora in discussione.
Una via obbligata, dunque, questa indicata,
progettata, da Sanders, per uscire dalla
profonda crisi economica e sociale che
attanaglia gli Usa, ma anche l'Occidente e
l'Italia: una via d'uscita decisamente a
sinistra, nel segno di un rinnovato socialismo.
C'è da aspettarsi che il movimento di migliaia e
migliaia di giovani che sono stati e stanno
tuttora al fianco di Sanders, prenda piede pure
in Europa e in Italia? Guardando alla storia, si
direbbe di sì, anzi c'e' da aspettarselo dopo
quel che è successo in Inghilterra con il "Momentum
For Another Europe is Possible" schieratosi con
il laburista Yeremy Corbyn o in Spagna con
Podemos. In Italia stenta a farsi vedere, a meno
che il M5S forte per la presenza di tantissimi
giovani non scelga un orientamento decisamente
di sinistra.
Insomma, dalla debacle del Partito Democratico
statunitense vengono importanti, significative
lezioni che, inaspettatamente per la cultura
americana e dell'Occidente stesso, possono, se
ben interpretate, aprire un'alternativa
possibile: ovvio che non puo' non essere che
socialista come Sanders docet.
Articolo di Carlo Patrignani
pubblicato su Affari italiani martedì 15
novembre 2016
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L'idea di socialismo
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