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Enrico Buemi

 

 

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Il trionfo dell’ipocrisia

Sanno benissimo che la legge Richetti é incostituzionale perché ha carattere retroattivo e non assolve a quei principi di transitorietà, di ragionevolezza e di uniformità raccomandati dalla Corte costituzionale. Sanno benissimo che non si trattano affatto i parlamentari (anzi gli ex parlamentari) come tutti gli altri pensionati, perché per nessuna categoria é previsto un calcolo interamente contributivo come quello sancito dalla legge del deputato sassolese. Sanno benissimo che la riforma Dini del 1995 applicava il contributivo solo a partire dal 1 gennaio del 1996 e, qualora i versamenti precedentemente effettuati fossero stati superiori ai 18 anni, il contributivo scattava solo nel 2012, mentre per i vitalizi il contributivo sarebbe imposto dalla Legge Richetti anche quando non esisteva affatto. Sanno benissimo, dunque, che una cospicua parte di pensionati percepisce una pensione calcolata o solo col retributivo o mista, col retributivo e col contributivo insieme. E sanno anche che, semmai la Corte desse il via libera a questa legge, si potrebbe approvare l’estensione del contributivo a tutti, con il taglio di milioni di pensioni.

Lo sanno e fanno finta di niente. Il Movimento dalemian-bersaniano ha voluto approvare un odg (vale nulla) alla Camera che esclude che quel che si tenta di fare coi parlamentari possa essere esteso ad altri. Preoccupazione che nasconde un pericolo. Intanto loro, i parlamentari che intendono sanare il conflitto con la pubblica opinione tutelando il loro scalpo, e offrendo quello degli ex, non si scuciono un euro dal loro stipendio, provvedimento che sarebbe costituzionalissimo, e intendono dare al popolo che chiede pane le brioches dei vitalizi di chi parlamentare non é più, sapendo che poi la Corte annullerà tutto. Vogliono poter dire in campagna elettorale che questo taglio l’hanno fatto loro, i pidini e non i grillini.

 

I quali ultimi invece pensano di forzare ancora la mano in base al vecchio afflato demagogico del “non basta mai”. E dunque pretendono che la recente legge che annulla i vitalizi dal 2012 venga ulteriormente indurita e si applichi la Fornero subito e non fra un anno. E magari domani chiederanno di più. Togliere tutto. Anzi tassare chi fa politica. Chi invece fa spettacolo può essere pagato in nero, sia chiaro…

Che teatrino di mimi e di sciacalli, di attori semi seri e comici, che giostra della falsità e della mistificazione.

Sono certo, come pure hanno rivelato molti deputati pidini, che il partito di Richetti non guadagnerà un solo voto da questa campagna. Ha ragione Grillo. Si tratta di tema a cinque stelle. Senza di loro il partito di Renzi questa legge non l’avrebbe mai presentata. E la gente lo sa e se deve premiare qualcuno premia l’originale e non la copia. Volete un esempio del modo anomalo di procedere in questa operazione di giustizia? Non solo non verranno diminuiti gli stipendi dei parlamentari in carica, ma chi ha il vitalizio più alto non ci perderà un euro, mentre verranno toccati solo i vitalizi medio-bassi.

   

Meraviglioso, no? E questo mentre tutti si scandalizzano dei premi dei manager di stato. Questi possono intascare premi milionari senza che nessuno presenti una legge per bloccarli. Se anche il Senato dovesse approvare questo imbroglio, che i deputati e senatori socialisti hanno annunciato di non votare, il Pd giocherà la partita in campagna elettorale, credo senza raccogliere frutti. Se poi la Corte, naturalmente dopo le elezioni, dovesse annullare il tutto, come appare non solo probabile, ma costituzionalmente ineccepibile, il presentatore di questa legge e chi l’ha firmata dovrebbero essere banditi dai pubblici consessi, perché incompetenti o, ancora peggio, ipocriti. Con la faccina pulita, però…

Articolo di Mauro Del Bue pubblicato su Avanti! il 26 luglio 2017

 

 

 

 

 

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