Una storia di appuntamenti mancati. O meglio storia di
appuntamenti cui i socialisti si sono regolarmente
presentati, quando sollecitati a partecipare ad iniziative
radicali; mentre non è mai avvenuto il contrario.
Noi
c'eravamo quando si trattava di varare la legge sul divorzio
( Fortuna non era un gigante isolato; era un esponente del
Psi). C'eravamo nel respingere i tentativi di mediazione per
evitare il referendum e nel garantirne il successo.
C'eravamo all'appuntamento dell'aborto. Due conquiste che
seguendo la narrazione pannelliana erano da ascrivere al
solo Pr. C'eravamo nel batterci contro la legge Reale e
contro l'ergastolo. C'eravamo in tutti i referendum della
seconda metà degli anni ottanta.
Per altro verso, quando abbiamo avuto bisogno dell'appoggio
dei radicali non l'abbiamo mai trovato.
Avevamo discusso assieme ( ma si trattava, allora, del
partito radicale ante Pannella) e concordato il programma
economico che doveva essere alla base del centro sinistra
riformatore; ma quando si è trattato di difenderlo
concretamente dall'assalto della Dc non abbiamo trovato
nessun appoggio; anzi siamo stati oggetto di disprezzo e di
condanna.
Molti anni dopo, abbiamo visto l'entusiastico appoggio dei
radicali al referendum sulla preferenza unica e a quelli
successive che avrebbero demolito il sistema della prima
repubblica; mentre i nostri parlamentari che affollavano i
riti mattutini di Pannella in cerca di un rifugio contro la
tempesta sono stati, al dunque, totalmente abbandonati.
Per
chiudere l'esperienza del 2006-2008: un accordo, per la
prima volta, non dettato da altri e/o dalla difesa di
interessi contingenti; e, due anni dopo, i radicali inseriti
nelle liste del Pd mentre a noi veniva negato
l'apparentamento.
Questo per ricordare gli abbandoni espliciti. Perché non è
colpa di nessuno ma del destino cinico e baro se nel 1999 il
boom della lista Bonino soffocò sul nascere l'unico
tentativo serio di protagonismo socialista ( elezioni
europee) e se l'assenza e/o la presenza autonoma di un'altra
lista Bonino pregiudicherà il raggiungimento del quorum
della lista Insieme.
Ora, questi mancati appuntamenti non sono casuali e nemmeno
frutto di antisocialismo. Sono nel Dna del partito
pannelliano: un partito laico sì ma anche ispirato ad una
visione del mondo e della politica propria di una setta
religiosa. "Una visione in cui i partiti come partecipi del
sistema sono, in linea di principio, destinati alla
dannazione; salvo ad essere, singolarmente e
provvisoriamente redenti dall'appoggio alle esigenze e alle
campagne dei radicali.
Questa
piega si è accentuata con l'avvento della seconda
repubblica; dove la presenza del maggioritario e delle sue
discipline ha indubbiamente limitato il protagonismo
radicale, spingendolo progressivamente verso la condizione
di specie protetta.
Una condizione simile a quella dei socialisti. Con la
differenza che i socialisti hanno subito questa condizione
in modo passivo e subalterno: non specie protetta ma
aspirante tale. Mentre i radicali l'hanno interpretata con
allegra protervia: "se siamo specie protetta è perché
meritiamo di esserlo per i meriti che abbiamo acquisito nel
corso del tempo. Perciò dovete sostenere le nostre campagne,
garantire il funzionamento delle nostre istituzioni e,
all'occorrenza, darvi carico o del nostro accesso al
parlamento o dei mezzi necessari per arrivarci con le nostre
forze". Pretendere, in queste condizioni, che i radicali si
preoccupino per altre specie a rischio di estinzione, come
la nostra, è pura illusione.
Alberto Benzoni
5 gennaio 2018
Sandro Pertini
L'idea di socialismo
Loris Fortuna
Pietro Nenni
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