Potenziare gli apparati giudiziari e non allungare i tempi di prescrizioneIl sen. Enrico Buemi intervistato a Radio Radicale Il senato sta per riprendere la discussione sulla riforma del processo penale. Ma che sta accadendo nel Governo e nella maggioranza? Che ci sono due punti di vista credo un po' inconciliabili. Alcuni come il sottoscritto pensano che bisogna potenziare gli apparati giudiziari e non allungare i tempi della prescrizione come dovrebbe fare un'istituzione seria che non può, avendo scritto in Costituzione la ragionevole durata del processo, allungare oltre i trent'anni i tempi della prescrizione e altri che invece sull'onda di un facile giustizialismo pensano di poter risolvere il problema semplicemente allungando il brodo di processi che non si concludono mai. Quindi ci sono diversi emendamenti. Su questo ci sarà prevedibilmente sconto a meno che il Governo non metta la fiducia. Esattamente. Io spero che invece si trovi la capacità di dirimere sul piano politico questa questione senza forzare con i voti di fiducia perché di voti di fiducia ne abbiamo già approvati tanti e non sempre abbiamo fatto delle operazioni brillanti dal punto di vista del merito. Quindi lei dice c’è questo contrasto del Governo, questa discussione diciamo così nel Governo, lei sarebbe per non mettere la fiducia. Ho capito bene? Io sono per cercare di trovare una soluzione politica che comunque salvi i principi costituzionali e la questione dell'allungamento della prescrizione va in netto contrasto con il principio della ragionevole durata dei processi. Quindi personalmente s e non si trova una mediazione politica non so se sarò disponibile anche a votare la fiducia sul punto perché è ora di smetterla di fare delle forzature che sono contro i nostri principi costituzionali. Chiarissimo. Il sei novembre prossimo marcia per le per i provvedimenti di clemenza, marcia per la giustizia. Lei ci sarà? Sicuramente aderisco all'iniziativa. Anche qui noi scriviamo in Costituzione che la finalità della pena deve servire educativa dopodiché continuiamo ad avere una situazione carceraria che di questo principio fondamentale nel rapporto tra Stato e detenuto o Stato e condannato, ovviamente non c'è soltanto il problema della espiazione in carcere ma anche in riferimento alle altre misure, lo Stato continua a essere inadempiente. Abbiamo risolto parzialmente il problema della cosiddetta sentenza Torreggiani ma rimane in piedi tutto il problema dell'inadeguatezza delle nostre strutture carcerarie e dei rallentati adempimenti in termini di misure alternativa al carcere e quindi questa iniziativa che i radicali annualmente sottopongono opinione pubblica italiana è sicuramente meritoria e ha la mia adesione. Trascrizione dell’intervista di Claudio Landi per Radio Radicale – 27 settembre 2016
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