Vitalizi
- Intervista a Ugo Sposetti
Io dico no al taglio. Politica male
necessario.
Enrico Berlinguer li avrebbe tolti? No, lui
difendeva le istituzioni.
Vediamo come voterà Mdp
«Lei mi chiede se Berlinguer avrebbe approvato il
taglio dei vitalizi? Ma suvvia! Dico solo che lui ha
sempre difeso la democrazia e le istituzioni».
Ugo Sposetti, senatore da cinque legislature, ex
tesoriere dei Ds, alla fine di una lunga
chiacchierata non si tiene più: «Sono curioso di
vedere se questa volta i compagni che hanno dato
vita ad un altro movimento politico, e che
continuamente mi chiedono che ci sto a fare nel Pd,
si troveranno a votare insieme a Renzi.Voglio
proprio vedere». E se il chiodo fisso che assilla
questo dirigente di altri tempi è il danno alle
istituzioni repubblicane che si sta producendo, il
suo bersaglio a questo punto sono «questi
quarantenni sprovveduti», tra cui annovera non solo
Matteo Richetti e tutti quelli che firmano la legge,
ma anche Matteo Renzi.
Sposetti sbaglia il segretario a sfidare i
grillini sul loro terreno?
«Sì, Renzi continua a sbagliare e fa danni a se
stesso, al Pd e al paese. Noi dobbiamo bloccare il
forte antiparlamentarismo che sento, sia nei
ragionamenti
dei 5Stelle sia del gruppo dirigente ristretto del
Pd. E quindi protesto e sento anche il dovere di
alzare la voce, perché io non vedo in questi ultimi
mesi riflessioni che portano a valori».
Ha letto il libro di Renzi?
«Sì e sul partito leggo che vuole trasformare le
sezioni in bocciofile e società di mutuo soccorso,
che per inciso, erano pure quelle della prima
massoneria».
Insomma è perplesso.
«I valori e gli interessi fondamentali che vanno
tutelati oggi penso che siano la democrazia e il
Parlamento».
Difendete i diritti acquisiti, ma molte
leggi hanno cambiato le regole ai lavoratori che
volevano andare in pensione, o no?
«Il punto dei diritti acquisiti è che solleverà un
mare di ricorsi. Si apre una voragine, un tunnel che
porterà a ricalcolare la pensione a milioni di
lavoratori: l`opinione pubblica dovrebbe capirlo e
non godere per i tagli a questo o quel vecchio
parlamentare. Rincorrono qualche centinaio di
persone per farsi del male da soli. E domando: cosa
è successo in questi tre anni che non ci sono più i
rimborsi elettorali, anche grazie alle campagne di
voi media? M5S continua la sua marcia verso palazzo
Chigi, ha insediato due sindaci a Roma e Torino. E
c`è la cassa integrazione e il licenziamento dei
lavoratori dei partiti».
Ma lei quanto prenderà di pensione? E quanto
perderebbe con la legge Richetti?
«Guardi, non lo so e non me lo faccio fare il conto.
Perché quando ho lasciato le ferrovie per andare a
lavorare come funzionario del Pci a Viterbo non mi
sono chiesto quale sarebbe stato lo sviluppo della
mia carriera. Seppi subito che lo stipendio era
molto più basso di quello da ferroviere. Non mi
vergogno del lavoro in difesa dei partiti e
dell`istituzione. E se il senso comune è un altro io
lo combatto».
Ma forse i giovani dirigenti del suo partito
sono più in sintonia con il comune sentire. O no?
«Io non capisco questi quarantenni che non difendono
il Parlamento. Renzi ha fatto approvare la legge
sulla legittima difesa e poi si sono pentiti. Ha
fatto un accordo per legge elettorale ed è scomparsa
pure quella. Sono degli sprovveduti, quello che mi
spaventa è questo, l`improvvisazione senza pensare a
cosa succede dopo, agli ostacoli. La politica, come
disse Hannah Arendt, non è altro che un male
necessario alla sopravvivenza dell'umanità».
Intervista di Carlo Bertini
pubblicata su La Stampa il 25 luglio 2017 |