NUOVISMO DI FACCIATAIl debutto del neo presidente del consiglio, Giuseppe Conte, alla Camera ha portato più interrogativi che chiarezze. In particolare sul versante ‘Giustizia’ il timore è quello di veder arenate le lunghe lotte di garantismo. Enrico Buemi, già senatore socialista e responsabile Giustizia del Psi, chiarisce alcuni punti al riguardo sull’Avanti! Il Presidente Conte ha parlato di giustizia che “riconquisti la fiducia” degli italiani, prevedendo anche “l’introduzione dell’agente sotto copertura”, ma che in realtà sarebbe un “provocatore”, può spiegarci meglio di cosa si tratta? L’agente sotto copertura esiste già.
Come ha detto Delrio nel suo intervento
qui c’è gente che parla senza conoscere
la materia di cui parla, in particolare
fa specie che un un docente di diritto
privato non abbia consapevolezza in
materia. Soprattutto i fondamenti di
Diritto Costituzionale e del diritto
pubblico, del diritto amministrativo,
del diritto penale, certo lui insegna
diritto privato ma la laurea in
giurisprudenza prevede anche esami di
diritto penale e costituzionale. Ora nel
suo intervento ha dato prova di non
sapere che l’onere della prova è di
competenza dell’accusa, quindi dello
Stato, nel nostro Ordinamento è a carico
dello Stato, sia in materia penale che
fiscale. Nel suo intervento il
presidente del Consiglio ha
completamente ribaltato questa questione
e ha introdotto anche un principio che
non esiste “il principio di
colpevolezza”. E per quanto riguarda invece il “potenziamento della legittima difesa”? Esiste già nel nostro ordinamento il principio della proporzionalità dell’azione. L’uso della forza, nei paesi civili, fatta eccezione per gli Usa, è in mano allo Stato. La difesa della persona attraverso la sua azione privata deve essere strettamente circoscritta a una situazione temporale molto precisa dove la forza pubblica non è in grado di intervenire. Sicuramente ognuno ha il diritto di difendersi da un’azione violenta nei propri confronti, ma esiste sempre il principio di proporzionalità. E quindi il principio di proporzionalità della difesa che viene valutato da un giudice non da una legge che permette di fare in casa propria ciò che si vuole, come è accaduto con l’atleta Pistorius e la moglie. La questione della legittima difesa è in realtà un falso problema. Ma una riforma della Giustizia, è doverosa. In Italia occorrono 1.400 giorni per un giudizio civile. E si rischia di nuovo una procedura d’infrazione europea Guarda l’unica soluzione è il potenziamento degli organici e delle strutture, ne è l’esempio il Tribunale di Bari che opera nelle tende. Se non ci sono aule giudiziarie, se non ci sono cancellieri, se non ci sono giudici, tu puoi fare tutte le riforme che vuoi, ma non risolvi il problema. Si facciano corsi di formazione a livello tecnologico e informatico per gli addetti. Ad esempio abbiamo fatto la riforma del Codice Civile con gli atti informatici e poi è stata invece prevista la fotocopia degli atti come ‘copia di cortesia’, cioè il giudice non esamina gli atti processuali al computer ma li vuole in carta. Quindi la soluzione è sempre investire in organici e tecnologia. La Giustizia ha bisogno di meno riforme e più organizzazione Il nuovo Guardasigilli Bonafede, ha parlato di fermare i decreti sulle intercettazioni e la Riforma Orlando a suo dire ‘svuota-carceri’. In realtà lì c’è stato un errore che poi è stato utilizzato da altri per bloccare tutta la Riforma. In materia di trattamento delle persone sottoposte alle misure di alta sicurezza riguardanti i reati di mafia e terrorismo era stata prevista una norma che consentisse sotto la supervisione del giudice una sorta di ‘allentamento’ (diciamo così) delle misure di sicurezza. Una norma che portato così a una valutazione negativa nella Commissione Giustizia che ha finito per bloccare l’intera Riforma. Per la carica di segretario generale a Palazzo Chigi si fa il nome di Vincenzo Fortunato (“quotato” anche al Mef), nel 2006 tu avevi presentato un’interrogazione parlamentare proprio per il conflitto di interessi di Fortunato. Cosa eredita questo governo da figure simili? Sì io avevo rilevato un conflitto di interessi esplicito, lui era controllore e controllato, in quanto membro del consiglio superiore amministrativo e nello stesso tempo era funzionario del Ministero che doveva essere controllato. Poi dal punto di vista professionale non metto in discussione nulla, ma se si parla di novità dov’è il cambiamento allora. Questa cosa di eleggere vecchi personaggi e proclamare il cambiamento francamente mi fa un po’ sorridere Considerazioni su questo governo Credo che sicuramente bisogna dare del tempo al nuovo Governo. Mi auguro che proprio in quanto rappresentanti del nostro Paese questi nuovi funzionari e ministri studino di più prima di fare delle promesse, anche se in realtà avrebbero dovuto studiare prima… Intervista pubblicata su Avanti! il 7 giugno 2018 |
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