Responsabile

 

Enrico Buemi

 

 

Attualità       Politica       Economia       Esteri       Interviste       Diritti       Cultura       Foto       Contatti       Link

NUOVISMO DI FACCIATA

Il debutto del neo presidente del consiglio, Giuseppe Conte, alla Camera ha portato più interrogativi che chiarezze. In particolare sul versante ‘Giustizia’ il timore è quello di veder arenate le lunghe lotte di garantismo. Enrico Buemi, già senatore socialista e responsabile Giustizia del Psi, chiarisce alcuni punti al riguardo sull’Avanti!

Il Presidente Conte ha parlato di giustizia che “riconquisti la fiducia” degli italiani, prevedendo anche “l’introduzione dell’agente sotto copertura”, ma che in realtà sarebbe un “provocatore”, può spiegarci meglio di cosa si tratta?

L’agente sotto copertura esiste già. Come ha detto Delrio nel suo intervento qui c’è gente che parla senza conoscere la materia di cui parla, in particolare fa specie che un un docente di diritto privato non abbia consapevolezza in materia. Soprattutto i fondamenti di Diritto Costituzionale e del diritto pubblico, del diritto amministrativo, del diritto penale, certo lui insegna diritto privato ma la laurea in giurisprudenza prevede anche esami di diritto penale e costituzionale. Ora nel suo intervento ha dato prova di non sapere che l’onere della prova è di competenza dell’accusa, quindi dello Stato, nel nostro Ordinamento è a carico dello Stato, sia in materia penale che fiscale. Nel suo intervento il presidente del Consiglio ha completamente ribaltato questa questione e ha introdotto anche un principio che non esiste “il principio di colpevolezza”.
Probabilmente il Governo vuole l’agente provocatore, ma questo non esiste nel nostro ordinamento e si tratta di un agente sotto copertura che va dal pubblico amministratore o da altro agente pubblico e lo induce a comportamenti illegali per dimostrare che quel soggetto è corrotto. Diversa è la figura dell’agente sotto copertura che esiste già e raccoglie prove. Quando Conte dice di introdurre l’agente sotto copertura di nuovo dimostra di non conoscere il nostro ordinamento. Per quanto riguarda sempre l’agente provocatore non oso immaginare cosa potrebbe succedere nella pubblica amministrazione se si sentisse braccata da ‘presenze’ di questo tipo: non farebbe più niente. Non si assumerebbe nessuna responsabilità temendo di essere accusata di favoreggiare qualcuno. Lo abbiamo già visto con la ‘delazione premiata’ che ha portato alcuni personaggi ad approfittarne per propri avanzamenti di carriera.

E per quanto riguarda invece il “potenziamento della legittima difesa”? 

Esiste già nel nostro ordinamento il principio della proporzionalità dell’azione. L’uso della forza, nei paesi civili, fatta eccezione per gli Usa, è in mano allo Stato. La difesa della persona attraverso la sua azione privata deve essere strettamente circoscritta a una situazione temporale molto precisa dove la forza pubblica non è in grado di intervenire. Sicuramente ognuno ha il diritto di difendersi da un’azione violenta nei propri confronti, ma esiste sempre il principio di proporzionalità. E quindi il principio di proporzionalità della difesa che viene valutato da un giudice non da una legge che permette di fare in casa propria ciò che si vuole, come è accaduto con l’atleta Pistorius e la moglie. La questione della legittima difesa è in realtà un falso problema.

Ma una riforma della Giustizia, è doverosa. In Italia occorrono 1.400 giorni per un giudizio civile. E si rischia di nuovo una procedura d’infrazione europea

Guarda l’unica soluzione è il potenziamento degli organici e delle strutture, ne è l’esempio il Tribunale di Bari che opera nelle tende. Se non ci sono aule giudiziarie, se non ci sono cancellieri, se non ci sono giudici, tu puoi fare tutte le riforme che vuoi, ma non risolvi il problema. Si facciano corsi di formazione a livello tecnologico e informatico per gli addetti. Ad esempio abbiamo fatto la riforma del Codice Civile con gli atti informatici e poi è stata invece prevista la fotocopia degli atti come ‘copia di cortesia’, cioè il giudice non esamina gli atti processuali al computer ma li vuole in carta. Quindi la soluzione è sempre investire in organici e tecnologia. La Giustizia ha bisogno di meno riforme e più organizzazione

Il nuovo Guardasigilli Bonafede, ha parlato di fermare i decreti sulle intercettazioni e la Riforma Orlando a suo dire ‘svuota-carceri’.

In realtà lì c’è stato un errore che poi è stato utilizzato da altri per bloccare tutta la Riforma. In materia di trattamento delle persone sottoposte alle misure di alta sicurezza riguardanti i reati di mafia e terrorismo era stata prevista una norma che consentisse sotto la supervisione del giudice una sorta di ‘allentamento’ (diciamo così) delle misure di sicurezza. Una norma che portato così a una valutazione negativa nella Commissione Giustizia che ha finito per bloccare l’intera Riforma.

Per la carica di segretario generale a Palazzo Chigi si fa il nome di Vincenzo Fortunato (“quotato” anche al Mef), nel 2006 tu avevi presentato un’interrogazione parlamentare proprio per il conflitto di interessi di Fortunato. Cosa eredita questo governo da figure simili?

Sì io avevo rilevato un conflitto di interessi esplicito, lui era controllore e controllato, in quanto membro del consiglio superiore amministrativo e nello stesso tempo era funzionario del Ministero che doveva essere controllato. Poi dal punto di vista professionale non metto in discussione nulla, ma se si parla di novità dov’è il cambiamento allora. Questa cosa di eleggere vecchi personaggi e proclamare il cambiamento francamente mi fa un po’ sorridere

Considerazioni su questo governo

Credo che sicuramente bisogna dare del tempo al nuovo Governo. Mi auguro che proprio in quanto rappresentanti del nostro Paese questi nuovi funzionari e ministri studino di più prima di fare delle promesse, anche se in realtà avrebbero dovuto studiare prima…

Intervista pubblicata su Avanti! il 7 giugno 2018

 

 

 

 

 

 

Le foto presenti ne “La Questione Sociale” sono prese da internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se il soggetto o gli autori dovessero avere qualcosa in contrario alla pubblicazione, basta segnalarlo alla redazione, alla mail laquestionesociale@tiscali.it. Si provvederà alla rimozione delle immagini.

Sandro Pertini

L'idea di socialismo

 

Loris Fortuna

 

Pietro Nenni

 

2013 La Questione Sociale  Webmaster & Design by Francesco Alati