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Enrico Buemi

 

 

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Non fidatevi, i Cinque stelle sono un pericolo

 

Raccontare il Movimento 5 Stelle attraverso pezzi di “colore” è molto facile ed è ciò che a loro interessa per distogliere l’attenzione sugli obiettivi veri che hanno e far concentrare il dibattito su false questioni.

Proviamo a mettere il ragionamento su altre basi. In primo luogo va ricordato che questo movimento di contestazione ha molti anni di vita ma non ha raggiunto alcun risultato. Dovunque si sia cimentato col governo ha fallito.

In secondo luogo questo movimento non ha portato gente nuova nella politica, con bagaglio di esperienze socialmente interessanti. Di Battista, Di Maio e Raggi non sono figli della sofferenza sociale ma bamboccioni iper-protetti.

Il carattere popolare del movimento, infine, lo si definisce politicamente. A destra e a sinistra i movimenti di massa sono sempre di popolo. Ciò che decide la collocazione non è la sociologia ma la politica. Questo movimento è fatto da un popolo che assume come proprie tutte le idee più reazionarie che sono in campo: la battagli anti-scientifica contro i vaccini, il rifiuto degli immigrati, ad esempio.

 

La guida politica di questo movimento è nelle mani di due società che usano la politica per espandersi e che fanno riferimento al blog di Grillo e agli strumenti mediatici della Casaleggio. Il controllo sui militanti e sui loro rappresentanti è ferreo e mai visto prima d’ora. Qui c’è, come scrive giustamente Claudio Cerasa sul “Foglio” di venerdì, il più grave vulnus alla democrazia.
Il Movimento 5 Stelle, se vi fosse una legge sui partiti che imponesse il rispetto della Costituzione, sarebbe fuori legge.

Il fascismo non sta solo nei simboli e nella nostalgia ma anche, e direi soprattutto, nell’idea di una società liquefatta guidata da pochi con strumenti di controllo da film dell’orrore.

C’è, infine, un dato che è dirimente e lo dico sapendo di provocare reazioni negative. La vittoria della destra è stata accompagnata da una legislazione ad personam, da provvedimenti ingiusti, da veri e propri errori economici e da altre brutture, ma la destra non ha mai messo in discussione l’esistenza di una opposizione sociale e politica. I 5 Stelle vogliono distruggere i partiti e i sindacati. Anche qui: solo il fascismo aveva questi obiettivi.

Così la vedo io. Altri potranno ragionare sul fatto che questa protesta estrema è colpa della vecchia classe dirigente. Altri potranno dire che forse è meglio metterli alla prova. Quello che volete.
Io sono convinto della pericolosità del movimento 5 Stelle e non capisco come gente di sinistra possa votarlo dichiarandosi ancora di sinistra. E’ solo la mia opinione, ovviamente. Come puoi sostenere o dialogare con chi propone il vincolo di mandato, come discuti con un gruppo che mette una multa abnorme se dissenti (e come si ottiene il pagamento di questa multa se il dissenziente è già fuori del partito? Con una cambiale in bianco firmata prima, temo!), come puoi votare chi pensa che i sindacati vanno liquidati?

Infine, si può fare un accordo con chi se prendesse il potere non prevede di perderlo?

 

C’è una destra in Italia che ha dentro di sé una componente reazionaria e razzista molto pronunciata, ma c’è un’altra destra i cui caratteri assomigliano ai movimenti autoritari che hanno travolto l’Europa negli anni ‘20 e ’30. Vorrei che, brutta o bella che l’Italia sembri a noi, nel nostro futuro vi sia la democrazia.

Articolo di Peppino Caldarola pubblicato su www.strisciarossa.it il 5 gennaio 2018

(7 gennaio 2018)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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