Responsabile

Enrico Buemi

Attualità       Politica       Economia       Esteri       Interviste       Diritti       Cultura       Foto       Contatti       Link

E NESSUNO CHE GLI DICA: “MATTEO CHE C…. FAI”?

Solo ora, e solo alcuni notabili del Pd, si sono accorti che la legge elettorale voluta da Renzi e presentata dal capogruppo alla Camera, Rosato, penalizza proprio il Pd e serve solo al centrodestra berlusconiano. I maligni, certo non amici di Renzi, dicono che è proprio quel che voleva lo stesso segretario del Pd, d’accordo con Berlusconi. Non è così. Si sottovaluta sempre la pochezza politica e professionale del gruppo renziano e dello stesso Renzi. Il quale decide tutto e non c’è nessuno che gli dica “che cazzo fai?”.

Oggi tutti i giornali parlano della quasi rottura dei rapporti tra il Pd e i radicali di Emma Bonino che presenteranno una lista chiamata “+Europa”. Renzi e i suoi amici sottovalutano, come altre volte, cosa significherebbe la presentazione della lista Bonino separata e in polemica con il Pd. Non è difficile capire che cresceranno gli elettori di centrosinistra che non votano Pd ma si sposteranno sulla Bonino penalizzata. Infatti Renzi non si rende conto che avrebbe bisogno di alleati credibili anche perché sono veramente autonomi rispetto a lui e al suo gruppo ma sono pur sempre dentro il centrosinistra.

La storia delle firme da raccogliere per chi non ha un parlamentare in carica sarebbe comprensibile se non ci fosse il sistema misto, maggioritario e proporzionale, con l’obbligo di raccogliere le sottoscrizioni quando sono noti i candidati nei collegi. Cioè, raccogliere le firme in poco tempo e su candidati non concordati tra gli alleati. Al Senato era stato presentato un emendamento per rendere più ragionevole l’obbligo delle firme ma il capogruppo di FI, Brunetta, minacciò di bloccare il bilancio dello Stato a fine anno se fosse stato approvato. Anziché accettare la sfida, fasulla e arrogante di Forza Italia, i dirigenti del gruppo parlamentare del Pd si sono subito arresi. Brunetta sapeva quel che voleva e l’ha ottenuto; Zanda, il capogruppo Pd, non capiva quel che oggi si vede. In questo quadro l’ottimismo renziano sul risultato elettorale è solo renziano.

Emanuele Macaluso

5 gennaio 2018