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SOSPESA L'ORDINANZA

Per ora resta a Torino il cranio
del «brigante» studiato da Lombroso

Per il momento il cranio di Giuseppe Villella, esposto al Museo universitario di antropologia criminale «Cesare Lombroso» di Torino, non verrà trasferito a Motta Santa Lucia, in Calabria, paese d'origine del sospetto brigante i cui resti furono studiati appunto da Cesare Lombroso (nel ritratto), che ne ricavò la teoria (da tempo smentita) del «delinquente nato». Infatti la Corte d'appello di Catanzaro, presieduta da Bruno Arcuri, ha sospeso l'esecuzione della precedente ordinanza con cui il Tribunale di Lamezia Terme, in ottobre, aveva stabilito che il reperto fosse consegnato al comune di nascita del Villella, che ne aveva fatto richiesta. Quindi per il momento il cranio rimane dov'è, ma il merito della questione sarà deciso nel giudizio d'appello, la cui prima udienza è fissata per il 5 marzo. Il Comune di Motta Santa Lucia e l'associazione «No Lombroso» ritengono che il museo non abbia il diritto di esporre resti umani e ricordano come, per esempio, tutti i simili reperti di indigeni maori esposti nei musei siano stati restituiti alla Nuova Zelanda. L'ateneo di Torino ribatte che il cranio di Villella, in base alla legge, fa parte del patrimonio dello Stato ed è inalienabile.

 

Articolo di Antonio Carioti pubblicato sul Corriere della Sera dell'11 gennaio 2013

(6 febbraio 2013)

 

 

 

 

 

 

 

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