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Enrico Buemi

 

 

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“Fascisti e reazionari. Lega e Cinque Stelle mi fanno paura. Ci sarà la dittatura del fanatismo emotivo”

Intervista a Bobo Craxi, figlio di Bettino Craxi: “sul piano sociale otterranno un principio di benevolenza fine alle elezioni europee per consentire provvedimenti urgenti in particolare verso il mezzogiorno, su altre materie più complesse faranno propaganda e faccia feroce ma senza costrutto alcuno. Diciamo che sarà un esperimento che finirà per ragioni interne e per la pressione interna ed internazionale che non mancherà

Bobo Craxi le fanno paura Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Dove porteranno il Paese?
«Purtroppo non siamo più abituati a chiamare le cose con il loro nome ma il tentativo in atto risponde ad una precisa radice culturale e politica: una svolta a destra interpretata da questi due partiti con pulsioni fascistoidi nel caso di Salvini ed una deriva reazionaria incarnata da questi cinque stelle che si rifanno al Rousseau della “volontá generale del popolo”».

Quindi li teme? Ne ha paura?
«Si, fanno paura perché hanno introdotto nel linguaggio e nei comportamenti della politica l’emotività del fanatismo, in questo vedo il maggior pericolo più che nella loro inesperienza governativa».

E quindi se dovessero riuscire i tentativi di formare una maggioranza programmatica e un governo, cosa accadrà?
«Nonostante le pressioni a me sembrano destinati a mettere lo scafo comunque in acqua; che poi la navigazione sará semplice non credo affatto. Cercherá il Capo dello Stato comunque di supervisionare su molti dossiers di interesse nazionale, il rapporto coi nostri alleati strategici militari, il rapporto con i nostri partners economici dell’Unione. Quindi sul piano sociale otterranno un principio di benevolenza fine alle elezioni europee per consentire provvedimenti urgenti in particolare verso il mezzogiorno, su altre materie più complesse faranno propaganda e faccia feroce ma senza costrutto alcuno. Diciamo che sarà un esperimento che finirà per ragioni interne e per la pressione interna ed internazionale che non mancherà».

Bobo Craxi, ha nostalgia della Prima Repubblica? Saranno stati anche nani e ballerine ma a confronto di quelli di oggi...
«La nostalgia é un sentimento nobile ma non ci aiuta a fare luce nella confusione di oggi. Se c’é stata una involuzione nella qualità della politica  del Paese questo lo si deve certamente a cambiamenti traumatici ma anche per la crisi del sistema che fu intuita ma non risolta per tempo».

Se uno leggesse il passato con distacco, da storico, come spiegherebbe il terremoto politico istituzionale di questo ultimo quarto di secolo? Mani Pulite prima e Cosa nostra dopo, a tenaglia, hanno azzerato un mondo. Fatto certo di corruzione e collusioni ma anche un mondo dove esistevano salde istituzioni democratiche.
«La mia impressione é che il nostro paese sia arrivato logoro all’appuntamento con la nuova fase storica che coincideva con la fine della logica di Yalta. Non si é veramente indagato sino in fondo quale fosse la natura politica del bisogno dei finanziamenti ai Partiti democratici, che erano la sostanza organica della nostra societá dopo il ventennio totalitario. In questa fine degli equilibri precari e delicati che la Democrazia Cristiana aveva faticosamente tenuto in piedi, non senza immobilismi e ambiguitá, vedo anche la sconfitta della Criminalità Siciliana purtroppo oggi sostituita da clan e gruppi che scorrazzano facilitati dalla globalizzazione. Le istituzioni sono drammaticamente logorate e questo apre le porte all’avventurismo politico ed alle nuove mafie».

Come spiegherebbe a un giovane ventenne le ragioni di essere socialista oggi?
«Il Socialismo dei nonni nasce nell’Europa dell’Ottocento e rispondeva all’esigenza di giustizia e di eguaglianza in società profondamente divise e regolate attraverso ordini non democratici. Oggi si ripresentano sotto forme diverse le medesime questioni di ordine sociale e democratico. Noi parliamo di un Socialismo che vive nelle libertá adatto ai nostri tempi, é forse l’ultima delle ideologie che puó sopravvivere ai cambiamenti di societá che smarriscono l’essenza di valori che considero immortali».

Intervista di Guido Ruotolo, pubblicata su tiscali il 17 maggio 2018

 

 

 

 

 

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