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Immigrazione: Riace, un modello di integrazione possibile

di Patrizia Bonelli

Un paese italiano accoglie i rifugiati a braccia aperte: così Juliane von Mittelstaedt sul settimanale tedesco Der Spiegel titola un articolo su Riace, cittadina sul versante ionico calabrese, protagonista di un’incredibile esperienza di ospitalità di immigrati e rifugiati, “relitti umani di guerre e povertà di tutto il mondo”.

La presenza degli stranieri, ha infatti ripopolato e dato nuova linfa al piccolo centro, sempre più abbandonato dalla popolazione locale, che emigrava, anch’essa,per migliori condizioni di vita nelle città del nord. “Un villaggio globale nell’angolo più povero di una delle regioni più povere dell’Italia, una terra di sogni in frantumi” dice l’autorevole giornale tedesco, e, puntualizza il sindaco Domenico Lucano con orgoglio, “Un luogo che una volta la gente lasciava è diventato ora un posto di accoglienza”.

Sindaco da sei anni, ha vinto le elezioni con una campagna elettorale basata su una idea semplice: i più poveri fra i poveri avrebbero salvato Riace e, in cambio, Riace li avrebbe salvati. Da allora, Domenico Lucano, ha chiesto ai proprietari che vivono lontano di poter restaurare le loro case abbandonate del centro medievale per utilizzarle per fini abitativi o turistici. In molte di queste il sindaco ha infatti sistemato i rifugiati, assicurando loro vitto e alloggio gratuito, inclusa l’elettricità: in cambio chiede che imparino l’italiano e lavorino. Le donne si dedicano all’artigianato e gli uomini ristrutturano le case che vengono affittate ai turisti.

Tutto è cominciato 12 anni fa, quando Lucano ha visto dalla strada costiera un gruppo di curdi appena sbarcati,30 uomini e donne con diversi bambini che camminavano verso il paese, nello stesso posto dove nel 1972 erano state trovate in mare le due statue di bronzo che avevano reso famoso Riace. Domenico Lucano ha pensato a un segno del destino. “Il vento ci ha portato un carico speciale, e chi siamo noi per rimandarlo indietro”? I greci un tempo navigavano attraverso il Mediterraneo fino in Calabria, seguiti poi dagli Arabi e dai Normanni: adesso stavano arrivando i rifugiati.

Lucano, soprannominato “Mimmo il curdo”, ha ospitato i curdi e gli altri rifugiati che sono arrivati e ha dato vita un’associazione e un progetto e dal nome ambizioso di Città Futura. Ha anche ottenuto l’appoggio degli anziani che avevano paura degli immigranti e quello dei giovani, che temevano che i nuovi arrivati gli avrebbero tolto il lavoro. Città Futura è il più grande imprenditore del paese, sia per rifugiati che per i residenti locali.

Ci sono al momento 220 immigrati che vivono accanto ai 1.600 residenti originari del paese. Il sindaco spera che la popolazione ritorni alla fine al livello di un tempo di 3.000 persone. I nuovi residenti aprono negozi e mandano i figli alla scuola locale e i turisti vengono ora a Riace a comprare l’artigianato fatto dai nuovi residenti. “Un luogo che una volta la gente lasciava è diventato ora un posto di accoglienza”, dice Lucano con orgoglio.

L’articolo di Der Spiegel racconta come Helen, arrivata dall’ Etiopia per mare incinta di otto mesi, lavora al telaio tessuti calabresi di lana di alta qualità. L’irakeno Mohammed, perseguitato dalla milizia del Mahdi, adesso vende kebab e lavora nell’edilizia. Shukri, una piccola donna somala di 23 anni con due figli, lavora il vetro soffiato e fa farfalle di vetro.

Le persone più sensibili, intellettuali e politici fanno pellegrinaggi a Riace, anche il regista tedesco Wim Wenders ci è andato e ha fatto un film documentario dal titolo “Il Volo” sui rifugiati che arrivano via mare, su Riace e i suoi nuovi residenti. Inoltre, Wenders, erano appena terminate le celebrazioni percommemorare il 20° anniversario della caduta del muro di Berlino, ha sostenuto in una conferenza che “la vera utopia non è la caduta del muro, ma quello che è stato realizzato a Riace in Calabria”.

Il sindaco Lucano ha utilizzato la citazione di Wenders per gli auguri per il Nuovo Anno cha ha mandato in tutto il mondo. Spera che il miracolo Riace si diffonda dovunque perché i più poveri del mondo cercano una via di salvezza, la popolazione europea si sta riducendo e l’Italia ha uno dei tassi di nascita più bassi del continente.

Lucano crede di aver trovato un modo di far crescere di nuovo la popolazione europea. Il suo progetto è di insediare i rifugiati in posti dove la popolazione diminuisce. In forte controtendenza con la crescente xenofobia e razzismo, dopo i fatti della vicina Rosarno, dove i locali, aizzati dalla ‘ndrangheta, hanno sparato e picchiato con spranghe di metallo i raccoglitori di frutta africani, che guadagnano € 25,00 ($35,00) al giorno, il sindaco Domenico Lucano ha dichiarato la disponibilità ad ospitare i fuggitivi di Rosarno e ne ha accolti effettivamente tre, di cui uno ferito. Ai giovani uomini della Guinea è sembrato un miracolo incredibile avere vitto e alloggio, €2 al giorno per le piccole spese, più € 500 al mese per il lavoro...

Tuttavia c’è chi ostacola questa esperienze di pacifica convivenza, basata su un’economia non ricca ma sostenibile. E’ la ndrangheta che vuole spremere denaro alle comunità con la violenza e il ricatto. Non a caso sono stati avvelenati in modo delinquenziale i tre cani di Lucano e sono stati sparati due colpi alla porta della trattoria di Donna Rosa. Per Lucano, questa è la prova che ha fatto bene il suo lavoro. Due paesi vicini hanno già adottato il metodo di Lucano, e la giunta regionale della Calabria ha approvato una legge che incoraggia altri paesi a seguirne l’esempio.

 

Articolo di Patrizia Bonelli pubblicato su www.mediterranei.eu.

 

 

 

 

 

 

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