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Enrico Buemi

 

 

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Fiducia su Riforma Processo civile

Intervento in aula del senatore Buemi

Signor Presidente, signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, l'emergenza è l'elemento di fondo di questa fase storica e politica in Italia: le emergenze economica, sociale, ambientale e della giustizia civile e penale.

In situazioni di emergenza è difficile andare per il sottile. Bisogna fare presto, non c'è tempo per i distinguo, ognuno si deve assumere le sue responsabilità.

Oggi il Governo, ponendo la questione di fiducia sulla riforma del processo civile, si assume le sue responsabilità e ci mette la faccia. Quindi, anche di fronte a eventuali perplessità che noi nutriamo rispetto al testo, ma di fronte al Governo che - ripeto - ci mette la faccia, il Gruppo Per le Autonomie (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE voterà convintamente la fiducia, consapevole della complessità della materia e della necessità di agire nell'azione di riforma con una mano sola. Tali problematiche non possono essere affrontate a più mani, dove ognuno mette il suo pezzo, il suo punto di vista, la sua impostazione e la sua ottica.

Ci fidiamo di questo Governo; apprezziamo l'impegno principale dell'Esecutivo e del Ministro della giustizia, che è quello di recuperare la giustizia negata del tempo: mi riferisco al ritardo assolutamente inaccettabile che il nostro sistema giudiziario, in particolare in materia di giustizia civile ma non solo, ha accumulato nel tempo. Noi vogliamo che, almeno dal punto di vista temporale, si faccia giustizia.
L'apposizione della questione di fiducia non ha consentito di esaminare tutti i temi che avremmo voluto affrontare. Cogliamo, però, alcuni elementi positivi, come l'accelerazione del procedimento, alcune semplificazioni, la crescita della produttività dei protagonisti (mi riferisco a magistrati e avvocati), a favore di un recupero dei tempi complessivi dell'azione giudiziaria. Apprezziamo anche il coraggio con cui alcune questioni delicate riguardanti i magistrati cominciano ad essere affrontate.

Certamente, ci lascia perplessi (in questo senso il messaggio è indirizzato anche al Ministro assente per ragioni d'ufficio) l'intervento spot sulla geografia giudiziaria in riferimento al giudice di pace di Ostia e di Barra non perché non riteniamo che si debba intervenire anche in queste due realtà. Registriamo però il fatto che in questa materia esistono ancora, onorevole Sottosegretario, figli e figliastri.
Altre situazioni altrettanto gravi avrebbero dovuto essere affrontate con gli stessi tempi. Nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge abbiamo proposto un emendamento che avrebbe consentito al Governo di affrontare la problematica nel suo insieme, cosa che non si è potuta fare in altri tempi. Ma il nostro emendamento è stato dichiarato improponibile.

Ci aspettiamo anche dalla Presidenza del Senato maggiore coerenza. Su questa questione sono tornato più volte. Le leggi e i regolamenti non possono essere utilizzati secondo comodo. Devono essere utilizzati rispetto alla sostanza scritta.

Faccio pertanto un richiamo formale, signor Presidente del Senato, affinché l'uso alterno della regola secondo le convenienze venga superato ed abolito in assoluto, altrimenti apriamo la finestra (non soltanto la finestra, ma anche le porte) a comportamenti che in fasi cruciali della democrazia possono essere fortemente decisivi rispetto ai destini non soltanto della singola materia, ma delle istituzioni parlamentari.

Come dicevo, altre situazioni avrebbero avuto bisogno di una risposta tempestiva. Mi riferisco all'irresponsabile chiusura dei tribunali di Rossano e di Sala Consilina e agli accorpamenti assolutamente ingiustificati. Ma non soltanto. La Commissione giustizia del Senato rispetto a tale questione ha già assunto un orientamento unitario e preciso.

Ci aspettiamo una risposta tempestiva perché queste penalizzazioni colpiscono in particolare i cittadini e fanno diventare la giustizia un elemento fortemente condizionato dalle capacità economiche dei protagonisti, di vittime e di colpevoli, di coloro che vantano diritti e di colore che li hanno lesi. Bisogna dare garanzie assicurando un'uguaglianza di trattamento quanto più possibile equa fra ricchi e poveri, potenti e debole.

Contiamo sull'impegno del Ministro in un intervento più ampio che corregga questa grave situazione e, nello stesso tempo, manifestiamo la volontà di dare un contributo serio, libero da condizionamenti di parte, da visioni corporative e da visioni localistiche che affronti le tematiche della giustizia nel nostro Paese con la massima apertura e responsabilità verso le aspettative dei cittadini.

Con questo auspicio confermo il voto di fiducia del Gruppo Per le Autonomie e ci auguriamo che il futuro abbia meno bisogno di emergenze e più di impegni costanti nel tempo.

(23 ottobre 2014)

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