Rossano: le toghe migrano a Cosenza.
Buemi mai ascoltato dai magistrati
Avvocati
che per protesta s'iscrivono presso L'Ordine forense di Cosenza
e non già di Castrovillari, sede di nuova circoscrizione dopo la
soppressione del Tribunale di Rossano. Spicca un nome, quello
dell'amministrativista Natale Graziano, già vicesindaco e
componente della direzione regionale e fondatore del Pd
Calabria. Un atto simbolico il suo che non ha nulla contro i
colleghi del Pollino ma vuole manifestare il senso di
indignazione nei confronti di un provvedimento di chiusura
immotivato e senza spiegazioni, nonostante siano trascorsi due
anni.
D'altronde
rimangono inspiegabili le ragioni per cui nessun magistrato
abbia mai convocato il senatore Enrico Buemi perché spieghi cosa
ci sia dietro alcune affermazioni secondo le quali si suppone la
manipolazione dei dati e delle relazioni pur di giungere alla
chiusura del presidio rossanese (precisamente parla di carte
false). Sulla stessa scia l'attuale assessore regionale Carlo
Guccione che durante un incontro con i precari del tribunale di
Rossano denunciò la presenza di poteri forti. In particolare
disse: «Il tribunale di Rossano ha nemici potenti». In quest'ottica
l'ex amministratore Graziano punta l'indice contro il renziano
Ernesto Magorno politicamente incapace di tutelare il territorio
da aggressioni vili e pretestuose. Non solo sulla questione del
tribunale ma anche sulla sanità. Come nel caso del
commissariamento, il cui provvedimento è il frutto della «scarsa
considerazione che la nostra regione riscuote nei palazzi romani
nel quale si celebrano i fasti del cd. nuovo corso del potere
renziano».
L'amministrativista richiama l'episodio del presidente Oliverio
«costretto ad alzare di parecchi decibel il tono della voce a
sostegno della piena legittimità che tale incarico di
commissario venisse ad esso affidato oltretutto quale massimo
rappresentante legittimato democraticamente dal popolo calabrese
piuttosto che investire una figura burocratica politicamente
irresponsabile.
Al di là della certa ed incontestabile fondatezza, in punto di
diritto, della tesi sostenuta dal nostro Presidente circa la
legittimità della coincidenza nella medesima figura del
Presidente della Regione anche dell'organo commissariale
(fenomeno peraltro assai singolarmente ritenuto corretto per
altri territori quali Veneto, Lazio, Emilia e Abruzzo che hanno
ottenuto provvedimenti ad hoc) emerge - afferma Graziano - la
vera essenza di questa brutta vicenda che è la penosa e cronica
assenza ed in ogni caso la estrema insignificanza dei partiti e
maggiormente degli esponenti parlamentari della nostra regione,
soprattutto gli appartenenti al PD e più in particolare quelli
della medesima cordata correntizia del Presidente Renzi, tra
cui, dispiace dirlo, l'on. Magorno (pure segretario regionale
del PD) che nulla hanno fatto per impedire questo ennesimo
schiaffo alla Calabria, dopo i precedenti conclamati fallimenti
tra cui, perché no, la stessa chiusura del Tribunale di
Rossano».
Articolo pubblicato il 18 marzo 2015 su Il
Garantista
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