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Enrico Buemi

 

 

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Vitalizi e privilegi: per chi suona la campana?

La proposta dei parlamentari in carica di ridurre il vitalizio dei loro predecessori non rappresenta il massimo dell'eleganza: sarebbe come sottrarre una parte della pensione del nonno. È vero che sembra sia considerata una decisione che accontenta il popolo, ma in questo senso avanzo una proposta ancora più popolare e generosa: l'abolizione totale dell'indennità dei parlamentari.

Ci sono anche ragioni etiche a favore di questa richiesta: se il parlamentare ripete quello che decide il suo capo partito e vota secondo gli ordini ricevuti perché trattarlo come fosse un rappresentante del popolo e non, come è nei fatti, un semplice esecutore della volontà altrui? Sarebbe più corretto pagare per esempio Grillo, Renzi e Berlusconi che decidono ma non ricevono niente dallo Stato. E per le spese di viaggio e soggiorno? Abolite. Per votare si o no bastano un'email e una password, comodamente da casa.

Si dirà che non tutti i parlamentari sono dei semplici esecutori e anzi ci mettono passione, impegno e autonomia di giudizio. Vero, ne conosco alcuni così e di uno in particolare sono molto amico: so che in questi casi l'indennità è ben guadagnata.

Insisto però con la mia proposta prima che venga in mente al Grillo di turno. E pazienza per chi l'indennità se la merita e anche per il mio amico, ma tanto lui è ricco di suo.

Si accettano proposte di adesione, suggerimenti su a chi altri togliere la paga e sul nome da dare a questo nuovo movimento. Che ne dite di movimento 4 Grilli e 1 Renzi?

Leo Alati - 5 agosto 2017

 

 

 

 

 

 

 


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